Mastro Willem è uno dei personaggi più importanti dell’intera lore di Bloodborne. Si tratta di un NPC che troviamo nel Lunarium, all’interno dell’Area di Byrgenwerth. La sua figura è centrale all’interno della storia e comprendere la sua lore in modo profondo permette di giungere al più grande plot twist del gioco: il passaggio dalla caccia, alle verità straordinarie del cosmo.
Chi era Mastro Willem?
Mastro Willem fu il rettore e fondatore di Byrgenwerth: una prestigiosa accademia di ricercatori che studiava e si interrogava sulle verità straordinarie del Cosmo.
Tutto ebbe inizio con la scoperta degli Antichi Labirinti Pthumeriani: le rovine di una gloriosa civiltà del passato, che si estendevano sotto la città di Yharnam. Gli studiosi dell’Accademia vennero a conoscenza dei Sacri Rituali del Calice, in grado aprire le porte sigillate di Pthumeru. E da quel momento iniziarono l’esplorazione degli antichi labirinti. Dalla superficie (Pthumeru, appunto) fino alle stanze più recondite e profonde (Loran e Isz).
Fu all’interno dei labirinti che i ricercatori Byrgenwerth vennero in contatto con i segni lasciati dai Grandi Esseri, venerati e protetti dagli Pthumeriani.
Chi sono i Grandi Esseri in Bloodborne?
Possiamo definire i Grandi Esseri come delle vere e proprie divinità celesti. Ma, a differenza dei diversi culti monoteisti a cui siamo abituati, essi sono delle entità tangibili e che possono dimorare nello stesso piano di esistenza degli esseri umani. Al tempo stesso, però, perseguono obiettivi autonomi. Non sono, in questo senso, minimamente interessati alle sorti dell’umanità. Non seguono, in altri termini, i concetti di bene e male così come li conosciamo e su cui si fondano le dottrine religiose moderne.
Il loro rapporto con gli abitanti dei Labirinti era di tipo cooperativo e utilitaristico. Da un lato venivano venerati e difesi, dall’altro concedevano agli Pthumeriani la Comunione del Sangue: la pratica di assunzione di sangue celeste, in grado di guarire da ogni male e di fornire agli uomini qualità e forza straordinarie.
La comunione del Sangue, inoltre, era un tramite per il concepimento di un Grande Essere. Ognuno di loro, infatti, rispondeva all’istinto riproduttivo, tipico di ogni specie, tra l’altro. Ma l’unico modo era l’elezione di una madre surrogata con cui entrare in comunione.
La dottrina di Mastro Willem
I Grandi Esseri erano delle creature celesti, portatori delle Verità del Cosmo in tutta la sua interezza. E la ricerca di tale Verità era l’obiettivo principale di Mastro Willem.
Grazie all’esplorazione degli Antichi Labirinti, Willem era però giunto a un’importante conclusione: la Verità non va perseguita tramite la Comunione del Sangue. Se è vero, infatti, che il fluido miracoloso porta con sé effetti straordinari per gli uomini, esso nasconde un’insidia: il morbo delle bestie. La sua assunzione, infatti, portava a un mutamento cellulare, in grado di trasformare gli esseri umani in belve feroci. E la piaga fu proprio la causa della decadenza della civiltà pthumeriana.
Serviva dunque un’altra strada: l’intuizione (o insight). Ovvero, la forma più completa e assoluta di conoscenza.
Bloodborne: gli insights e gli occhi per Mastro Willem
Come era possibile, però, raggiungere un livello di insight tale da avvicinarsi ai Grandi Esseri? In che modo gli uomini potevano raggiungere le Verità Assolute del Cosmo? Era possibile, per gli esseri umani, progredire in una nuova fase evolutiva ,come avevano fatto gli pthumeriani, ma senza il tramite del Sangue Antico?
Secondo Mastro Willem, il Cosmo era costruito su più piani di esistenza. L’essere umano si trovava nel più basso di questi, mentre nel più alto dimoravano i Grandi Esseri che avevano compiuto l’ultimo step evolutivo.
Tuttavia, l’uomo si trovava nel più basso dei piani esistenziali perché non aveva ancora elevato il suo intelletto. Tutte le conoscenze umane, infatti, si basavano sullo studio sensoriale e sull’esperienza empirica. Secondo Willem era necessario spezzare questo paradigma. Quello che gli uomini avrebbero dovuto fare, era dotarsi di un nuovo punto di vista: una visione più alta.
Ma come sarebbe stato possibile? Se l’uomo osservava e conosceva il mondo con sguardo terreno, per elevarsi aveva bisogno di dotare il suo cervello di più occhi. L’unica strada verso la conoscenza, dunque, era abbandonare il punto di vista terreno, bendandosi e smettendo di vedere il mondo da un punto di vista umano. La cecità forzata avrebbe portato allo sviluppo dei cosiddetti occhi interiori. E solo così, secondo Willem, si sarebbe potuto trascendere il piano umano della conoscenza, avvicinandosi alla Verità Straordinaria.
Aumentare gli insights, in altri termini, significava rinunciare ad essere creature sensoriali. Privarsi di qualcosa fondamentale, come la vista, ad esempio, per poter iniziare a vedere ciò che non era ancora visibile.
La follia in Bloodborne
Gli studi di Willem portarono a dei risultati. La mente del rettore riuscì effettivamente ad elevarsi, avvicinandosi molto alle verità straordinarie del Cosmo. Caryll, uno degli studenti più brillanti dell’Accademia, arrivò persino a tradurre i versi dei Grandi Esseri, trascrivendone i suoni in particolari rune. La giovane Rom, una studentessa dello stesso Willem, raggiunse addirittura lo status di Grande Essere (il Ragno Ottuso), sviluppando per prima gli occhi interiori.
Tuttavia, la ricerca della conoscenza tramite l’insight non era priva di conseguenze. La mente umana, infatti, non è sempre predisposta ad accettare ciò che la Verità Assoluta può rivelare. E, se l’assunzione di Sangue Antico conduce l’uomo alla bestialità, un elevato insight conduce alla follia.
Avvicinarsi alla Verità avrebbe significato, per molti studiosi dell’Accademia, la perdita totale di senno e la condanna a un permanente stato di follia. Lo stesso Willem, del resto, rimase un corpo apparentemente vuoto e privo di intelletto, in stato semi-vegetativo sulla sua poltrona nella terrazza dell’università. E Byrgernwerth era destinata a portare con sé i segni visibili di aberrazioni e mutazioni, frutto degli esperimenti del suo rettore. Creature distorte, spaventose e prive di raziocinio, furono destinate a vagare senza scopo, né meta, nei pressi dell’edificio.
Temi il Sangue Antico: il motto di Mastro Willem
Non tutti gli studiosi dell’Accademia, però, seguirono alla lettera le indicazioni del loro mentore. Vi fu chi, a un certo punto, decise di prenderne le distanze e seguire una strada diversa.
È il caso di Laurence, collaboratore di Willem e studiosi di spicco della scuola. Egli, probabilmente, considerava le dottrine del maestro come farneticazioni di uomo anziano e codardo.
Secondo Laurence, infatti, la via più efficace per raggiungere la conoscenza era la Comunione del Sangue antico. Non era spaventato di quanto accaduto a Pthumeru anni prima e bisognava avere il coraggio di tentare a percorrere quella strada.
Fu con questo obiettivo che Laurence abbandonò l’Accademia, insieme ad alcuni seguaci, tra cui Gehrman e Micolash, e fondò la Chiesa della Cura, della quale divenne il Primo Vicario. L’obiettivo era la ricerca sul Sangue Antico tramite la sua infusione su larga scala sugli abitanti di Yharnam.
Collegamenti esterni
Mastrio Willem – Bloodborne Wiki
Rom il Ragno Ottuso – Bloodborne Wiki