La lore di Iosefka e l’impostora della Clinica

Iosefka è una dottoressa della Chiesa della Cura, il primo NPC di Bloodborne. Dirige la clinica di Yharnam Centrale.

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La lore degli NPC delle prime aree di gioco di Bloodborne gravita spesso attorno agli effetti e al culto del Sangue Curativo. La lore degli NPC delle prime aree di gioco di Bloodborne gravita spesso attorno agli effetti e al culto del Sangue Curativo. Queste storie, infatti, sono strettamente intrecciate alla Chiesa della Cura e all’antica civiltà pthumeriana.

E quella di Iosefka non fa eccezione.

La Clinica di Iosefka

Iosefka è una dottoressa della Chiesa della Cura, il primo NPC di Bloodborne. Dirige la clinica di Yharnam Centrale. Il suo compito è praticare le infusioni di Sangue Curativo ai cittadini e ai forestieri malati. Contemporaneamente persegue l’obiettivo di trovare una possibile cura al morbo della bestialità, derivante dalle infusioni di Sangue Curativo. Questo è un fluido miracoloso di origine divina in grado di guarire da ogni male e di conferire a chi ne fa uso forza e vigore straordinari. Allo stesso tempo, però, porta con sé un terribile effetto collaterale: chi riceve le infusioni si trasforma in una bestia feroce.

In quanto medico della Chiesa della Cura, Iosefka è perfettamente conscia delle conseguenze nefaste delle sue infusioni. Per questo motivo, fa di tutto per tenere lontano il giocatore dalla sua clinica. Si tratta di un comportamento protettivo nei confronti dei suoi pazienti e delle sue ricerche. Infatti, la dottoressa, pur allontanando il giocatore, dimostra il suo buon cuore, donandogli delle fiale contenenti il Sangue di Iosefka: un liquido sperimentale su cui lei stessa sta lavorando. La particolarità del Sangue di Iosefka è data dalla consistenza: è meno denso e concentrato del normale Sangue Curativo. Si tratta, con tutta probabilità, di plasma. Un fluido sperimentale che, secondo le speranze della dottoressa, pur avendo gli stessi effetti benefici, permetterebbe di evitare l’effetto collaterale della bestialità.

La Clinica di Iosefka
Clinica di Iosefka (Fonte: Bloodborne Official Artwork)

Iosefka l’Impostora

Ben presto, però, Iosefka sarà sostituita da un’impostora, con un obiettivo meno nobile e più macabro. Il nuovo NPC inizierà a fingersi la vera dottoressa e chiederà insistentemente al giocatore di inviare alla clinica quante più persone possibili, apparentemente per proteggerle dai pericoli della Notte della Caccia.

Scopriremo, però, le sue reali ambizioni. Con ogni probabilità, la finta Iosefka è un’inviata del Coro: l’ordine di ricercatori-guerrieri di rango più alto della Chiesa della Cura. Lo scopo del Coro è trascendere la natura terrena dell’essere umano e tutti i suoi limiti, per avvicinarsi alle Verità Assolute del Cosmo, proprie dei Grandi Esseri.

Ma chi sono i Grandi Esseri? Vere e proprie divinità cosmiche potenti e accessibili agli uomini. Alcune di loro dimorano lo stesso piano esistenziale degli uomini, mentre altre albergano piani d’esistenza differenti, come i sogni e gli incubi. Lo stesso Sangue Curativo, sul quale si fonda l’intera dottrina della Chiesa della Cura deriva proprio da loro. Attraverso i dialoghi degli NPC di Bloodborne capiamo molte cose su di loro

Il più grande successo del Coro, in questo senso, è la creazione di un vero e proprio prototipo di Grande Essere, frutto degli esperimenti sui bambini orfani di Yharnam: l’Emissario Celeste. Dopo questo traguardo, le attenzioni del Coro si sarebbero spostate sulla sperimentazione sugli adulti.

Sicuramente alla ricerca di cavie, l’Impostora si rivolge a Iosefka, convinta della sua pronta collaborazione, in quanto membro della Chiesa della Cura. Vista la ferma opposizione della dottoressa, l’impostora si impone con la forza, condannando Iosefka e tutti gli infermi della clinica alla tortura delle sperimentazioni forzate del Coro. Da questo momento, qualunque persona che il giocatore indirizzerà verso la clinica, subirà la stessa sorte. Proprio come Iosefka verranno trasformati in piccoli Emissari Celesti.

Oltre alle sperimentazioni ufficiali del Coro, l’impostora porta avanti le sue ricerche, probabilmente orientate alla sua personale ascensione. Alla fine della sua quest, infatti, troveremo la finta Iosefka in posizione prona su un lettino della clinica, farneticante e in preda a una forma di follia. La sua morte svelerà un importante segreto: l’impostora portava in grembo il figlio surrogato del Grande Essere Oedon l’Informe.

Tale destino accomuna tutte le donne di origine pthumeriana con l’apparire della Luna Rossa, unica manifestazione visibile dello stesso Oedon. Ogni Grande Essere, infatti, brama un figlio, ma per procreare ha bisogno di una madre surrogata che, tramite la Comunione del Sangue può essere fecondata. È un retaggio che si tramanda fin dai tempi di Pthumeru: antica e prosperosa civiltà pre-umana che viveva in simbiosi con i Grandi Esseri.

A causa di questo retaggio, probabilmente, solo le donne con queste origini possono concepire l’erede di un Grande Essere. Sembra chiaro, dunque, che l’impostora discenda da questa antica civiltà.

L’Impostora Iosefka

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