Mergo è un Grande Essere di Bloodborne, figlio della Regina Yharnam e di Oedon l’Informe. Il suo concepimento è il frutto della Comunione del Sangue antico, tra i Grandi Esseri e il popolo pthumeriano: un rituale arcano, nato dall’accordo tra gli abitanti dei labirinti e le antiche divinità.
Tra Pthumeru e Grandi Esseri vigeva, infatti, un vero e proprio contratto: gli pthumeriani gli garantivano protezione e ricevevano in cambio poteri soprannaturali, derivanti dall’assunzione del sangue. L’infusione del Sangue, infatti, permetteva di guarire da ogni malattia o ferita e donava una forza sovrumana a chiunque ne venisse a contatto. Dal canto loro, gli pthumeriani veneravano i Grandi Esseri come divinità e si impegnarono nel ruolo di guardiani.
Ogni Grande Essere, però, era in grado di esistere in forma unica e quindi impossibilitato a riprodursi. Per questo motivo avevano bisogno di una madre surrogata per continuare nell’evoluzione. Ed ecco che lo scambio prese forma.
Yharnam la Regina Pthumeriana
Gli Pthumeriani elessero la loro regina Yharnam come madre surrogata e stipularono un contratto per la riproduzione. L’unico modo per concepire un figlio di Grande Essere era tramite la Comunione con il Sangue Antico, mescolando cioè il sangue della Regina con quello dei Grandi Esseri, attraverso un rituale che portava alla corruzione del sangue stesso.
Quando la luna rossa è bassa il limite tra uomo e bestia si confonde e quando i Grandi Esseri discendono un ventre sarà benedetto con un figlio. E così accadde, il rituale si compì: la Regina Yharnam aspettava il figlio del più potente di tutti i Grandi Essere, mentre tra i sobborghi di Pthumeru iniziò a diffondersi la piaga. Il Sangue Antico, infatti, provocava una forte assuefazione, costringendo le persone a farne un uso sempre più massiccio e frequente. Con il tempo, questo causava un vero e proprio mutamento cellulare, risvegliando negli infusi gli istinti più feroci e reconditi e trasformando gli uomini in bestie.
Probabilmente, fu questo il momento in cui Yharnam iniziò a covare i primi dubbi.
La Comunione del Sangue avrebbe portato il suo popolo alla grandezza? La cooperazione con i Grandi Esseri era davvero una benedizione? La nascita del figlio di uno di loro valeva le vite dei suoi sudditi?
Erano dubbi legittimi di una sovrana che osservava il suo regno sgretolarsi. Il desiderio di grandezza degli pthumeriani stava portando la civiltà a una ferale decadenza. Ma la fede cieca di Pthumeru e la sua sete di potere portarono gli abitanti dei labirinti a ignorare la loro regina. Yharnam venne rinchiusa nel punto più recondito dei labirinti e obbligata, con la forza, a portare avanti la gravidanza.
I grandi ceppi di legno che le tenevano legati i polsi non le impedirono di agguantare un antico pugnale e lacerarsi il ventre. L’ultimo, disperato, tentativo della Regina per porre fine al rituale, uccidere il feto e fermare l’inesorabile declino del suo popolo.
Si trattò di un gesto estremo, le cui conseguenza furono del tutto inutili. Mergo, in quanto figlio di Oedon, era senza forma e sopravvisse al tentato omicidio. Egli trascese in una diversa dimensione: quella dell’Incubo.
Il destino di Pthumeru era ormai segnato: quasi tutta la popolazione cadde vittima della piaga. I pochi superstiti, accertata la decadenza, sigillarono i labirinti, per impedire al morbo di diffondersi ulteriormente e per custodire il loro macabro segreto.
Micolash e la profanazione della Tomba Proibita
Anni dopo, il cadavere mummificato della Regina Yharnam, venne rinvenuto da Micolash: un ex studente dell’Accademia di Byrgenwerth e membro del Coro, che si era allontanato dagli insegnamenti di Mastro Willem e dai dogmi della Chiesa della Cura e aveva fondato la Scuola di Mensis.
Il suo obiettivo era entrare in contatto con un Grande Essere, per questo motivo compiva rituali blasfemi. Uno dei metodi di ricerca di Micolash era la vivisezione di corpi inermi. Lo scopo era prelevare materiale organico e utilizzarlo come catalizzatore. Si trattava di un antico retaggio pthumeriano: questo tipo di reliquie erano le stesse che servivano per i rituali dei Calici, necessari per accedere agli Antichi Labirinti.
Tuttavia, si trattò di grotteschi esperimenti. Micolash sapeva benissimo che per chiedere udienza a un Grande Essere era necessaria la reliquia più potente di tutte: un terzo cordone ombelicale. E non poté credere ai suoi occhi quando, profanando una delle antiche tombe pthumeriane, rinvenne il cadavere di Yharnam.
Il terzo cordone ombelicale era un frammento di feto di Grande Essere. La prima volta che ne vide uno fu, diversi anni prima, al Villaggio dei Pescatori, dove Micolash e altri ricercatori di Byrgenwerth profanarono il corpo gravido di Kos.
Per questo, dinanzi ai suoi occhi, dentro l’utero della della Regina, si avverò il suo più grande desiderio: il terzo cordone appartenente a Mergo. Il rituale era pronto per essere portato, definitivamente, a compimento.
L’attico di Mergo e l’incubo di Mensis
Da ogni angolo della città di Yharnam era possibile ascoltare il lamento di un infante. Il pianto di Mergo, il Grande Essere mai nato, trasceso nella dimensione dell’Incubo.
Quando il rituale di Micolash si compì, Mergo gli diede udienza proprio all’interno dell’Incubo, una dimensione ultraterrena, plasmata a difesa del giovane Grande Essere. Ognuna delle creature presenti al suo interno era al suo servizio, pronta ad allontanare chiunque tenti di avvicinarsi.
Lo stesso Micolash, nonostante il suo desiderio venne realizzato, divenne un burattino nelle mani Mergo, posto a difesa dell’attico in cui dimora il Grande Essere. Egli è condannato a vivere per l’eternità a guardia di Mergo, completamente privo di senno. Tutti gli studenti di Mensis, al contrario, elevarono la loro forma, fondendosi in una gigantesca e informe coscienza collettiva: il Cervello di Mensis.
L’unica entità che cercava di distruggere Mergo era la proiezione dell’anima della Regina Yharnam, difesa dalle sue Ombre, che guidava i cacciatori verso l’attico, affinché ponessero fine all’Incubo. Lì, l’infante senza forma poteva contare su un’ulteriore protezione. La Balia di Mergo era un’evocazione incorporea, che, impugnando lame letali, aveva l’obiettivo di difendere e accudire il Grande Essere.
Una volta sconfitta la Balia, anche il piccolo Mergo cessò di esistere. L’anima della Regina, che non era riuscita a redimere il suo popolo, trovò finalmente la pace, salvando dall’Incubo gli abitanti che le dedicarono una città: Yharnam.